Domanda:
Gentili Dottori, vi scrivo perchè ho proprio bisogno di una mano. Sono una studentessa di 20 anni e studio fuori sede, a Milano. In passato ho sofferto di anoressia e adesso rimangono gli strascichi, ragion per cui devo seguire uno schema alimentare consigliatomi al centro in cui ero sono stata seguita. Lo schema prevede: colazione (per esempio caffelatte e brioche), un frutto a metà mattina, pranzo con primo (da 70-80 gr di pasta o riso), secondo (per esempio una bistecca da 100 gr o due uova), verdura (circa 150 gr di cotta) e pane (più o meno 50 gr), merenda (varia, uno snack qualunque) e cena come il pranzo con l’aggiunta di un frutto. Ovviamente condimenti liberi.
Il mio problema è che non so se posso fidarmi delle porzioni che fanno nella mensa della mia università. Frequento la IULM di Milano e non ho idea se le dosi siano state stabilite da un nutrizionista. So che è gestita dalla Vivenda S.p.a. e che, per esempio per porzionare, hanno sempre lo stesso mestolo e fanno abbastanza attenzione, ma mi chiedo se le porzioni, specialmente di primo, siano effettivamente “normali” (quindi intorno agli 80 gr) oppure abbondino perchè tanto quasi tutti si prendono o il primo o il secondo. Io lo farei se potessi, ma in questo momento non mi sembra un’idea molto saggia, visto che il mio rapporto con il cibo non è ancora dei più sereni e mi è stato vivamente consigliato di mantenere questa alimentazione.
Spero possiate darmi qualche delucidazione a riguardo, giusto per chiarirmi un po’ le idee.
Vi ringrazio anticipatamente.
Chiara da Brescia
Risposta:
Carissima Chiara,
da quanto evinco dalla sua mail lei si trova ad affrontare, dopo aver metabolizzato e spero superato le problematiche psicologiche che la hanno condotta all’anoressia, quello che viene definito in termini tecnici “fase di riequilibrio nutrizionale”. Si tratta di una fase molto delicata in quanto ha il fine di farla “riappacificare” con gli alimenti ovvero di permetterle di ridare loro “il giusto peso” in termini di importanza, di qualità e di quantità.
Il percorso alimentare che le hanno consigliato è di tutto rispetto ma, se mi posso permettere di darle un consiglio, cerchi di non farlo diventare una ossessione ma solo un momento necessario al nostro corpo per rifornirsi di “carburante” necessario per svolgere al meglio tutte le funzioni fisiologiche. Quindi non si fossilizzi sulle quantità ma cerchi di consumare, quando possibile, con serenità dei pasti completi.
In conclusione, le riporto una frase che sono solito dire ai miei assistiti che hanno problematiche come la sua: “non abbiate paura degli alimenti in quanto se utilizzati in modo corretto, e non come strumento di gratificazione e/o di punizione, non vi faranno mai del male.”
Spero di esserle stato di aiuto
Serena giornata
Dott. Luigi Schiavo, Caserta